Marilyn Monroe
 ::: Marilyn Monroe: la sua vita...un mito
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    Marilyn Monroe nacque il 1º giugno del 1926 a Los Angeles come Norma Jean Baker Mortenson (Baker e Mortenson erano rispettivamente i nomi del primo e del secondo marito di Gladys Monroe, sua madre, nessuno dei due era suo padre).

    In seguito a disturbi mentali, Gladys fu spesso costretta a ricoveri in ospedale psichiatrico e Norma Jean trascorse un'infanzia allo sbando, fra affidi e orfanotrofi.

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    A 16 anni si sposò, e nel 1944, mentre il marito era arruolato in Marina, fu notata dal fotografo David Conover, che la convinse ad iscriversi ad una scuola e ad intraprendere la carriera di modella.

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    A vent'anni divorziò, si schiarì i capelli, divenne Marilyn Monroe e, prima come comparsa, poi in ruoli rilevanti, iniziò la folgorante carriera che in breve l'avrebbe portata a divenire sex-symbol e star internazionale.

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    Giungla d'asfalto, Eva contro Eva, Niagara, Come sposare un milionario, girati con i pił grandi attori del tempo, sono solo alcuni dei titoli che l'avrebbero definitivamente consacrata nell'Olimpo delle stars più amate dal pubblico.

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    Fragile, emotivamente instabile, Marylin ebbe molte storie d'amore e tutte tormentate, col campione di baseball Joe Di Maggio, che sposò ma dal quale divorziò dopo meno di un anno, col commediografo, Arthur Miller, che pure sposò, con l'attore Yves Montand, e poi prima con John e poi con Bob Kennedy.

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    Bella e seducente, ammirata come una dea, ma fondamentalmente sola, considerata solo un corpo bellissimo, ma non era un corpo acefalo, sempre più spesso cominciò a ricorrere ad alcool e barbiturici e ad essere costretta a ricoveri in case di cura.

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    Nel 1962 uscì il suo ultimo film, Gli spostati, con Clark Gable e James Dean, e cominciò a girare Something got to give, con Dean Martin, ma, a causa dei continui ritardi, delle sbornie e delle crisi isteriche, fu licenziata dal set.

    Un mese dopo, nella notte fra il 4 e il 5 agosto, fu ritrovata senza vita nella sua casa, apparentemente suicida, per un'overdose di barbiturici, ma le cause della sua morte ancora oggi restano avvolte nel mistero.

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    Lontana dai clamori e dalle luci, celata nell'ombra, tenera, fragile e smarrita, ma critica e consapevole, Marilyn aveva scritto dei versi, forse per ritrovarsi.

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    La solitudine impostale dal gioco delle parti, l'essere e l'apparire, la consapevolezza di essere una donna sdoppiata, la morte, sono questi i temi che si ritrovano nelle sue poesie, molto tristi, alcune molto belle, scritte di nascosto, s'ignora quando, forse nelle lunghe ore notturne trascorse insonni lottando contro le insicurezze, i dubbi, le paure, le ansie e le nevrosi, tenute ben nascoste nei cassetti, come lacrime inghiottite.

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    Le sue poesie ci raccontano la sua storia, sono riflessioni sulla sua vita di diva ben truccata, dai capelli platinati, esposta alla mondanità, donna altra da sè; ci raccontano l'amara solitudine della sua anima, che tutti intorno si ostinavano ad ignorarle; ci raccontano la sua consapevolezza d'essere intrappolata in un destino dal quale non aveva scampo.

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    Costanti nei suoi versi la percezione di se stessa come fantoccio ed i cupi presagi di morte che, in quella fatidica notte, in modi e circostanze ancora misteriosi, giunse a strapparla alla vita, sottraendola al mondo e consegnandola per sempre al mito.

( fonti varie )

 

 ::: Marilyn Monroe: le sue poesie, i suoi pensieri..
Di tanto in tanto 
faccio delle rime 
ma non prendetevela 
con me. 

All'inferno, so benissimo 
che non si vende; 
quel che voglio dire 
è quel che ho in testa. 

Dipingere i piatti 
dipingere i desideri 
con i pensieri 
che volano via 
prima che muoia 
e pensare 
con l'inchiostro. 

 

Quel che ho dentro nessuno lo vede 
ho pensieri bellissimi che pesano 
come una lapide. 
Vi supplico, fatemi parlare! 

 

Sono orribile 
ma datemi tempo 
mi truccherò la faccia 
ci metterò sopra 
qualcosa di splendente 
e sarò di nuovo 
Marilyn Monroe. 

 

Trentacinque anni vissuti 
con un corpo estraneo 
trentacinque anni 
con i capelli tinti 
trentacinque anni 
con un fantoccio. 
Ma io non sono Marilyn 
io sono Norma Jean Baker 
perchè la mia anima 
vi fa orrore
come gli occhi delle rane
sull' orlo dei fossi?

 

Non piangere bambola mia
ora ti prendo e ti cullo nel sonno...
Aiuto, aiuto, 
aiuto, sento la vita avvicinarsi
mentre
tutto quello che voglio è morire.
(Morirei se potessi)


 

Come son belli
quegli uccelli che volano.
Perchè li uccidono?
Un uccello non ha scampo
quando vola.
È crudele uccidere chi
non ha scampo.

 

 
Il mio involucro invecchia
ma io devo ancora nascere.

( Poesie tratte da Paralleli, Marilyn, Editoriale Domus. )

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